L’INTERVISTA – Samuele Rossini è tornato (eccezionalmente) in campo col Montefano per la partita di Coppa Italia col Grottammare
Intramontabile, unico, eccezionale. Con questi aggettivi si può definire Samuele Rossini e la sua storia. Dopo 25 lunghi anni di una grande carriera con le maglie di Recanatese, Castelfidardo, Matelica, Potenza Picena, Sirolo-Numana, Monteluponese e in ultimo Montefano, Samuele aveva ufficialmente dato l’addio al calcio giocato nel maggio del 2019, per poi iniziare la carriera da allenatore.
Ma si sa, non è mai troppo tardi per ricominciare. Soprattutto per quelli della classe e della stoffa del “Prof”. Ebbene sì, Rossini è tornato a giocare all’età di 45 anni, compiuti lo scorso 8 novembre. Il richiamo del campo e la passione per il calcio sono stati troppo forti per dire di no. E’ successo ieri nella partita di Coppa Italia di Eccellenza giocata dal Montefano contro il Grottammare (leggi articolo qui), poi vinta dai viola per 1-2 in trasferta.
Quindi dalla panchina (come vice-allenatore di mister Menghini) al campo il passo è stato davvero breve per Samuele. Ma come mai lo stesso classe ’76 ha avuto questa (bellissima!) idea di tornare a rimettersi in gioco in Eccellenza?
“Ad essere sincero è una stata una cosa nata in divenire, non premeditata” – dice Rossini – “Dall’inizio dell’anno abbiamo avuto molti infortuni che non ci consentivano mai di essere a ranghi completi. Così ogni tanto prendevo parte alle partitelle con il resto della squadra, quando eravamo dispari. Per scherzo abbiamo iniziato a dire con il mister e la società che avrei potuto giocare anche io, se fosse servito”. Fino ad arrivare a questa partita di Coppa. “Ieri avevamo già diversi assenti e alcuni dei titolari avevano bisogno di rifiatare, eravamo un po’ in emergenza. Ed ecco che da scherzo la cosa è diventata realtà. Dovevo giocare solo una ventina di minuti, ma alla fine ho fatto tutta la partita (ride)” continua Samuele.
Le emozioni devono essere state davvero forti, anche per uno come lui che ormai ne ha vissute tante di queste gare.
“Sinceramente ero emozionato” – confessa Samuele – “Erano 2 anni e mezzo che avevo smesso e già ero arrivato forse oltre al limite di età quando giocavo (43 anni). Rimettermi gli scarpini e rivivere tutti i momenti del calcio giocato è stato come un nuovo vero esordio per me. Mi sentivo un ragazzino alla sua prima partita“.
Mister Menghini l’ha impiegato come difensore centrale, ma sulla schiena Rossini aveva rigorosamente il suo numero 10. Quello che l’ha contraddistinto nei suoi anni a Montefano. “Il Diez” dalla classe infinita, intelligenza sopra la media e qualità umane che l’hanno fatto diventare “Il Prof”. Una fonte di saggezza ed esperienza dalla quale poter attingere per crescere nella giusta direzione.
“Nella mia carriera ho sempre fatto il centrocampista. Soltanto una ventina di anni fa con la Recanatese, sempre in Eccellenza, per mezza stagione ho giocato in difesa da adattato, per esigenza. Quindi diciamo che un minimo di senso della posizione e di movimenti già ce li avevo. Ovviamente giocare a centrocampo è tutt’altra cosa. Si corre molto di più e non ne avrei avuto a quest’età. Là dietro ho potuto far leva anche su un pizzico di esperienza per arrivare dove mancavo dal punto di vista fisico. I compagni di squadra mi hanno dato una grossa mano e quindi alla fine è andata bene”.
Impiegato come difensore che non è il suo ruolo naturale, per di più Rossini ha avuto come avversario non l’ultimo degli arrivati, ma l’esperto e navigato bomber Cristian Pazzi. “È vero, ho avuto a che fare con un signor giocatore” – racconta Samuele – “Per certi versi sono stato un po’ agevolato perché anche lui giocava più d’esperienza che prettamente sulle doti atletiche. Ogni tanto ci scambiavamo qualche battuta, scherzando. Il rammarico è che lui ha fatto gol quando avrei dovuto impedirglielo”.
Ma non dite alla sua famiglia che ci ha ripreso gusto e d’ora in poi si terrà a disposizione del mister per continuare a giocare nelle prossime partite. E’ lui stesso a gettare dell’acqua sul fuoco: “Credo che per questa volta sia stata un’eccezione. Alcuni ragazzi della Rosa aveva bisogno di rifiatare e molti altri non hanno potuto prenderne parte. Spesso in Coppa si impiegano i ragazzi che hanno avuto meno minutaggio e i ritmi sono generalmente più bassi. Credo che il campionato di Eccellenza sia ad un livello più alto che ormai non mi sento di poter più sostenere nella maniera adeguata“.
Rossini è sceso in campo con al suo fianco due ragazzi montefanesi del 2004 che facevano il loro esordio in prima squadra col Montefano. Nicola Palmucci come terzino destro e Leonardo Cecchini come terzino sinistro. “Sì, già 2 anni fa quando avevo smesso giocavo contro ragazzi dell’età di mia figlia. Questa volta erano ancora più piccoli. Potrebbero tranquillamente essere i miei figli e la cosa può risultare strana. Ma alla fine quando vai in campo l’età svanisce. In quei 90 minuti non si pensa alla differenza di età che c’è, ma solo a fare quello che si deve. Anche i nostri hanno fatto bene alla loro prima esperienza. Seppur con le loro difficoltà perché si sono trovati catapultati dall’inizio in una categoria così impegnativa. Ma nel complesso hanno fatto una buonissima prestazione per essere la prima volta. Loro, come tutto il resto della squadra” conclude Samuele.
Anche lo stesso mister Paolo Menghini l’ha voluto omaggiare con un post sul suo profilo Facebook. Ecco un estratto. “Ieri sera a 45 anni suonati questo ragazzo dal cuore d’oro, con la sua umiltà, generosità, con il suo amore per il calcio, ha giocato per 90′ una partita ufficiale in Eccellenza, dando una mano alla sua squadra con il sorriso di un bambino. Vederti giocare con la tua 10 è stato bellissimo amico mio!!! Grande Samu sei una roccia e un esempio!!!”
Eterno Samu, grazie!
(Luca Baiocco)